Intervento coronarico percutaneo: incidenza e predittori di trombosi dello stent
La trombosi dello stent rimane tra le più temute complicanze dell’intervento coronarico percutaneo ( PCI ) con impianto di stent. Tuttavia, i dati sull’incidenza e sui predittori sono scarsi e contraddittori.
E’ stata, pertanto, effettuata una revisione sistematica sull’incidenza e sui predittori di trombosi dello stent.
La selezione degli studi ha riguardato l’era degli stent medicati ( 2002-2010 ); sono stati inclusi con 2000 o più pazienti sottoposti a impianto di stent o segnalazione di trombosi uguale o maggiore di 25.
Sono stati identificati 30 studi per un totale di 221.066 pazienti e 4.276 trombosi dello stent, con stent a rilascio di farmaco utilizzato nell’87%.
Dopo una mediana di 22 mesi, la trombosi dello stent, certa, probabile o possibile si è verificata nel 2.4% ( 2.0%, 2.9% ), acuta nello 0.4% ( 0.2%, 0.6% ), subacuta nell’1.1% ( 1.0%, 1.3% ), tardiva nello 0.5% ( 0.4%, 0.6% ), e molto tardiva nello 0.6% ( 0.4%, 0.8% ).
Da un totale di 47 variabili candidate, la trombosi dello stent definita e/o probabile è stata più comunemente e costantemente predetta entro i primi mesi dall'interruzione della terapia antiaggregante, dal grado della malattia coronarica e dal numero e dalla lunghezza dello stent; predittori frequenti, ma meno consistenti sono risultati la sindrome coronarica acuta al momento del ricovero, il diabete mellito, l’abitudine al fumo, e le lesioni alla biforcazione o lesioni ostiali.
In conclusione, nonostante numerosi possibili fattori di rischio, i fattori predittivi più comuni e consistenti di trombosi dello stent appaiono essere rappresentati dalla precoce interruzione della terapia antiaggregante, dalla gravità della coronaropatia, e dal numero di stent impiantati e dalla loro lunghezza. ( Xagena2012 )
D'Ascenzo F et al, Int J Cardiol 2012; Epub ahead of print
Cardio2012